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Novembre 2020 da admin

Targa prova: cosa cambia con la normativa 2020

Targa prova: cosa cambia con la normativa 2020
Novembre 2020 da admin

A partire dal 25 agosto 2020, con una sentenza della cassazione, “cambiano” le modalità di utilizzo della targa in prova.

È prassi consolidata da oltre cinquant’anni, utilizzare la targa in prova per circolare con veicoli targati sprovvisti di assicurazione. Ne sono un chiaro esempio le auto usate in vendita nei concessionari, ma anche le auto d’epoca in riparazione: per tutti questi veicoli e per molti altri, apporre la targa prova, o targhino, era il modo più immediato per circolare su strada “senza assicurazione”. La sentenza della Cassazione dello scorso agosto però ha stabilito che tutte queste consuetudini sono vietate dal codice della strada e per questo passibili di sanzione.

Cos’è e come si utilizza la targa prova

La targa prova nacque per dare la possibilità ai costruttori di svolgere prove tecniche e collaudi sui veicoli prima dell’immatricolazione. È quindi a tutti gli effetti un sostituto della carta di circolazione e, proprio come previsto dal codice della strada, può essere utilizzata solo se il veicolo non è ancora immatricolato.

Le normative per la circolazione sono contenute sia in un Decreto del Presidente della Repubblica emesso in data 24 novembre 2001 che nell’articolo 98 del Codice della Strada ma, di fatto, non sono mai state applicate, permettendo ai veicoli dotati di targa in prova di circolare liberamente.

Targa prova: la nuova normativa

La sentenza della cassazione mette il punto a un contenzioso che dura da quasi vent’anni tra Ministero dei Trasporti e Ministero dell’Interno stabilendo che possono circolare con suddetta targa solo i veicoli non ancora immatricolati. Nel caso di veicoli usati sprovvisti di assicurazione, la responsabilità civile e penale ricade sul conducente. In altre parole, per poter circolare con un veicolo occorre avere un’assicurazione attiva, pena un ammenda di oltre 800 euro.

Per circolare con la targa prova quindi occorre richiedere una particolare autorizzazione con validità annuale.

Insomma, questa sentenza cambia totalmente le pratiche in auge da quasi mezzo secolo di concessionari e rivenditori che si trovano quindi ad affrontare un nuovo problema in un annata che di problemi ne ha già causati molti.

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